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Il nostro territorio

Il sistema dei Navigli ha un’origine antichissima e tutt’oggi rappresenta uno degli aspetti più caratteristici ed affascinanti dell’area milanese.
Costruiti fra il XII ed il XVI secolo, i navigli sono sostanzialmente dei canali artificiali, progettati, almeno inizialmente, a scopo difensivo, ma utilizzati in seguito anche al fine di fornire l’acqua necessaria per la vita della città e per le attività artigianali e mercantili.  
Il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese e la Martesana sono i tre canali principali, ancora oggi esistenti, dell’intero sistema dei navigli, che comprendeva anche una serie di canali più piccoli, i quali scorrono ora sotterraneamente.

Ma qual è il contributo che Leonardo da Vinci diede per migliorare il sistema dei Navigli? Leonardo da Vinci trascorse gran parte della sua vita a Milano e in Lombardia. Ci arrivò per la prima volta nel 1482, a 30 anni, per entrare alla corte di Ludovico il Moro presentando un “curriculum vitae” completo e accattivante. La lettera di presentazione redatta da Leonardo in lingua volgare fiorentina, è contenuta nel Codice Atlantico ed è divisa in dieci punti secchi, chiari e sintetici nei quali elenca le sue abilità più evidenti.
Riportiamo uno stralcio del decimo punto: “[…] In tempo di pace credo satisfare benissimo a paragone de omni altro in architectura, in composizione di edificii publici et privati, et in
conducer acqua da uno loco ad uno altro. Item, conducerò in scultura di marmore, di bronzo et di terra, similiter in pictura, ciò che si possa fare ad paragone de omni altro, et sia chi vole. [...]”.

Appena arrivò a Milano, su indicazione del Moro, Leonardo decise di impegnarsi ed applicarsi per apportare miglioramenti all’intero sistema dei canali; dalle sue parole capiamo subito il suo modo di lavorare: “[...] prima farò alcuna esperienza avanti che io proceda[...]”. Tra tutti i navigli milanesi, quello a cui dedicò maggiore attenzione, fu il Naviglio Grande: “[...] vale 50 ducati d’oro. Rende 125.000 ducati l’anno il Naviglio ed è lungo 40 miglia e largo braccia 20 [...]”.  
È così che Leonardo definì il Naviglio Grande, sintetizzandone le caratteristiche tecniche ed economiche prima di elaborare le note idrauliche sulle quantità erogate dalle ‘bocche’.
Dobbiamo sapere che anche all’epoca di Leonardo, l’acqua di irrigazione veniva fatta pagare e per questo, una delle prime innovazioni del genio fiorentino, fu quella di migliorare il funzionamento delle bocche, in modo da far corrispondere effettivamente le once d’acqua erogate con il prezzo pagato.
Leonardo, inoltre, si sbizzarrì disegnando e progettando numerose macchine utensili che sfruttano l’energia dell’acqua e basandosi sulle sue conoscenze di meccanica, producessero movimenti sempre più complessi ed automatizzati applicando tali innovazioni, in particolar modo alle macchine tessili.
Nei suoi oltre vent’anni “da milanese” Leonardo lavorò e studiò non solo a Milano, ma a Vigevano e Pavia, lungo il corso dell’Adda e della Martesana, sul Naviglio Grande e nelle valli lombarde. Il suo interesse per i Navigli, tanto cari a noi turbighesi, che utilizzava spesso per i propri spostamenti, è testimoniato da molti studi e disegni, presenti in gran parte nel
Codice Atlantico. E al tocco del suo genio si devono le Porte Vinciane, che disegnò per la Martesana che negli ultimi anni del XV secolo entrava in Milano per compiere il disegno degli Sforza: unire le acque dell’Adda a quelle del Ticino.
Ancora oggi, su tutti i canali del mondo, sono in uso le Porte Vinciane.
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Da numerosi disegni contenuti nei codici, sappiamo che Leonardo è sempre stato attirato dalle opere idrauliche e dall’acqua: questo suo interesse mostra solamente un aspetto del suo metodo di osservazione e rappresentazione del paesaggio, allo stesso tempo artistico, naturalistico ed ingegneristico.

È proprio durante il primo soggiorno milanese, che Leonardo disegna una suggestiva pianta della città: per la prima volta, oltre ad essere annotate le porte di Milano, con le loro distanze espresse in braccia milanesi, appare nella cartografia anche il tratto del naviglio della Martesana, tra Porta Nuova e Piazza San Marco.

Ecco il Naviglio che passa nei pressi della nostra scuola a Turbigo

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